Con un microchip tutti potranno raggiungere l’orgasmo

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Gli appassionati di fumetti ricorderanno certamente “Il gioco”, il grande classico di Milo Manara pubblicato negli anni 80 (la versione uno nel 1983 e la due nel 1991), in cui si narra la storia della signora Claudia, della sua apparente frigidità e del viscido dottor Fez, il quale, nonostante i continui rifiuti, non desiste dal corteggiarla anche in maniera spudorata. Il malvagio dottore, per avere la donna le impianta nel cervello un dispositivo elettronico, il quale se attivato, la fa fremere di piacere.
In pochi sanno che lo strumento del dottor Fez esiste e la scienza si trova piuttosto avanti
nel campo della stimolazione corticale mediante microchip.
Già 10 anni fa, Stuart Meloy, neurologo dell’università del North Carolina, utilizzò per la prima volta su una donna uno stimolatore cerebrale del piacere. In seguito la la paziente decise di farsi rimuovere l’apparecchio in quanto il suo organismo non riusciva ad adeguarsi ai nuovi impulsi cerebrali, un po’ come dire che il suo corpo non riusciva a stare ai ritmi dettati dalla sua mente.
Oggi un team di ricercatori inglesi concentrano i propri sforzi sullo studio della zona del cervello posta dietro gli occhi, deputata alla gestione delle sensazioni di benessere provocate dal cibo e dal sesso.
Secondo il professor Morten Kringelbach, del reparto di psichiatria dell’università di Oxford, una corretta stimolazione della corteccia orbifrontale, potrebbe “ essere una nuova chiave di stimolo per aiutare chi soffre di anedonia”, ossia chi è incapace di provare sensazioni piacevoli. I risultati ottenuti dagli studiosi sono stati segnalati sulla rivista Nature Rewiews Neuroscience.
Secondo il neurologo Carlo Sebastiano Tadeo, dell’istituto clinico Santa Rita di Milano, “La stimolazione corticale con microchip non è una novità, ma finora la sua applicazione si è rivolta per lo più alla cura di malattie come il Parkinson”.
E per il futuro? Secondo il neurochirurgo Tipu Aziz, anche lui coinvolto nello studio, ne vedremo delle belle. “Quando la tecnologia verrà migliorata potremo controllare più zone cerebrali. Il chip dovrà essere sottile e potrà essere acceso o spento a seconda delle necessità. Tra dieci anni le applicazioni saranno stupefacenti: oggi non conosciamo neanche la metà di tutte le potenzialità di questa scoperta”

Bob