Guarda il trailer di Videocracy censurato dalle reti RAI per ordine del governo Berlusconi

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Il documentario Videocracy, di Erik Gandini, quarantaduenne bergamasco trapiantato a Stoccolma dall’86, parteciperà alla Mostra di Venezia nelle due sezioni La settimana della Critica e Le Giornate degli Autori. L’opera, chiamata anche al Festival di Toronto, farà discutere chiunque riuscirà a vederla, e non saranno in molti, purtroppo, data la censura posta dal governo Berlusconi alla diffusione del trailer nei canali Rai, motivata dal danno d’immagine che il film arrecherebbe alla persona del  Presidente del Consiglio e al suo governo. Sembra probabile che neppure i canali Mediaset offriranno pubblicità al documentario. L’autore è sorpreso e lusingato dall’attenzione destata da un’opera inizialmente destinata al solo pubblico svedese. Videocracy racconta l’Italia di oggi col distacco e la lucidità di chi la vede dall’esterno, mostrando l’immagine raggelante di una nazione costruita sui gusti e sulla personalità del suo padrone e capo di governo, per mezzo delle sue televisioni, che hanno, nel corso degli ultimi trent’anni, plagiato completamente i cittadini, imponendo loro modi e mode. Si tratta delle televisioni che hanno diffuso il voyeurismo e inventato dal nulla modelli di riferimento per i giovani come le “veline” e i “tronisti”.  E’ un racconto per immagini che più che spiegare fa vedere come e con quali mezzi si è diffuso il sistema di disvalori della cultura berlusconiana, offrendoci una consapevolezza che il governo intende vietarci.

Il film prodotto dalla Fandango sarà nelle sale dal 4 settembre.

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1 commento
  1. patty
    patty dice:

    nessuno è obbligato a guardare qualcosa in televisione se
    non vuole; io non leggo giornali di gossip, non guardo il grande fratello, reality vari, la tv trash non mi interessa; guardo solo certe fiction, film, trasmissioni di approfondimento politico, e poi quando non trovo nulla su rai e mediaset piuttosto guardo su sky trasmissioni sugli
    animali del national geografic; oppure leggo: quotidiani o libri.Quindi come dicevo all’inizio secondo me la libertà dell’individuo ancora rimane nel scegliersi i programmi che più preferisce, io non mi sento per niente “lobotomizzata” come ha scritto qualcuno. saluti – patty

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