I Blue Room live: un tuffo al centro del mood dei Depeche Mode

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Non tutte le tribute band sono uguali e non a tutte è concesso il dono di interpretare il mood esatto di un artista o di un genere. Ai Blue Room questa rara qualità non manca e i loro live hanno la capacità di catapultare chi li ascolta al centro esatto delle sonorità notturne, raffinate e decadenti dei Depeche Mode, il più celebrato e pionieristico gruppo di synthpop britannico. Marco Giraldi, in arte Atrum Gahan, l’ispirato leader della tribute band, possiede un timbro di voce vellutato e profondo, incredibilmente simile a quello di Dave Gahan, e una capacità espressiva intensa che, unite alla generosità di chi fa musica per vera passione, enfatizzano il potere di suggestione dei Blue Room. Li ho riascoltati con emozione l’altro ieri sera e queste righe sono il mio grazie speciale per l’indovinatissima scaletta (efficace sintesi della vocazione dance e dell’etereo suono elettronico della band inglese).
Nel programma della serata le note liquide e suadenti di Marco e soci ci hanno fatti scivolare agilmente dall’aggressiva Personal Jesus all’ipnotica Walking in my shoes passando per la sofisticata Everything counts fino ad arrivare alla tiratissima Master and servant (solo per citare alcuni dei pezzi forti), senza mai perdere l’eleganza e la misura. E se pensate che questo sia poco, specie di questi tempi, provate un po’ voi a camminare nelle loro scarpe!
Ringrazio Marco Giraldi, Daniele Vitali (nuovo tastierista e cori), Marco Berardi (apprezzato chitarrista) e Francesco Sacco (sapiente programmazione dei suoni e tastiera), per avermi dedicato Shake the disease, malinconico inno all’incomunicabilità esistenziale, oltre che mio brano di culto dei Depeche.
L’auspicio è di riascoltarli al più presto, in un club o sotto la luna, purché non manchi lo spazio per poter tutti ballare al trascinante ritmo di Marco e dei suoi Blue Room.
Have Faith And Devotion!

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1 commento
  1. Giò
    Giò dice:

    Sarò ripetitivo ma non posso non riconoscerti una grande capacità nel riuscire a rendermi interessanti argomenti che seguo da lontanissimo.
    Leggendo il tuo articolo è come se mi fossi trovato di persona ad ascoltare la band e, nel contempo, immaginare che a cantare fossero i mitici Depeche Mode.
    Ritengo che una simile sensazione sia senza dubbio da attribuire al tuo impegno, bravura e passione.
    Comunque, se avrò l’occasione, credo che andrò ad ascoltare i “Blue Room”.

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