La cocaina costa molto cara a Morgan, immediatamente escluso dal Festival di Sanremo
Siamo in molti oggi a dubitare che davvero Marco Morgan Castoldi ci stia davvero dentro, per usare una sua espressione, con la dipendenza da cocaina. A giudicare anzi dalle incaute dichiarazioni rilasciate alla rivista Max sulla sua predilezione per il crack si direbbe anzi che sia davvero fuori…Di testa. Di certo le spavalde affermazioni su quanto gli faccia bene fumare cocaina costano care al musicista, escluso da Sanremo con un asciutto comunicato stampa dai vertici RAI, indignati da tali scottanti ammissioni. Appresa la notizia si è detto “traumatizzato”, ammettendo, gli va dato atto, di aver bisogno di riflettere (e ne ha davvero!) e chiedendo rispetto. In un delirio di egomania evidentemente Morgan ha pensato di essere che so, un Keith Richards, che alle soglie dei sessant’anni può vantarsi pubblicamente di aver sniffato coca mescolata alle ceneri di suo padre. Possibile che all’ingenuo Castoldi nessuno abbia mai detto che in Italia certe bravate possono costare una carriera?
Trovo giornalisticamente corretto riportare asetticamente le notizie ma in questo articolo non traspare alcuna valutazione o commento sul dramma umano di chi fa uso di stupefacenti per affrontare le proprie difficoltà e poi lo dichiara pubblicamente. L’unica valutazione pare essere quella relativa alle conseguenze professionali cui va incontro un giovane artista che faccia “outing” sull’uso di droghe in una società perbenista e bacchettona.
Non mi considero “bacchettona”, però il concetto di fondo del ‘premio’ e della ‘punizione’ serve all’uomo per conservare se stesso e non per distruggerlo. E’ un essere umano, non un eroe. Forse avrebbe trovato più stimolante e conciliante un ritiro nell’Antartico….