Le Skyfarming: le fattorie del futuro sono dei grattacieli

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Lo scorso mese abbiamo parlato di come l’umanità tenti di fronteggiare il problema ambientale realizzando aree verdi su pareti e tetti di abitazioni. C’è stato poi chi ha tentato di risparmiare sul condizionatore installando sul tetto dell’auto un prato.
Oggi parleremo di skyfarming, ovvero di fattorie verticali.  L’idea provocatoria, lanciata cinque anni fa da Dickinson Despommier, docente di salute pubblica e microbiologia alla Columbia University, finora sperimentata solo in piccoli edifici dell’Arizona e della California, pare oggi assai gradita a molti sindaci di grandi città.
Nelle Downtown di molte metropoli,
come conseguenza dei fallimenti aziendali, parecchi edifici commerciali si stanno svuotando (un po’ come avveniva all’inizio degli anni ’80): molto probabilmente saranno proprio questi stabili dismessi ad essere riconvertiti in fattorie.
New York, Toronto, Seattle, San Francisco, Los Angeles Shangai, Abu Dabi hanno richiesto piani di fattibilità per la realizzazione di fattorie verticali. Addirittura Las Vegas ha pianificato una Skyfarm di 30 piani. Ma di cosa si tratta effettivamente? Nient’altro che di gigantesche torri agricole, per la produzione di cibo a basso impatto ambientale. Edifici in cui animali e vegetali verrebbero fatti crescere in ambienti separati, ognuno in un piano differente, in modo da rendere praticamente nulli i residui. L’acqua utilizzata per irrigare i campi ai piani superiori, grazie alla forza di gravità sarebbe utilizzata anche nei piani inferiori, mentre i rifiuti organici verrebbero trasformati in “bio-palline” di combustibile.
Nonostante l’entusiasmo di sindaci e architetti c’è chi pensa che come al solito si stia esagerando. Jeffrey Kaufman, professore di Pianificazione urbana all’Università del Wisconsin, afferma: “Perché trenta piani? Sei basterebbero. Il concetto è interessante ma estremizzato”.
Infine per Armand Carbonell, direttore del Dipartimento di Pianificazione urbana del Lincoln Institute of Land Policy, le Skyfarm rischierebbero di essere antieconomiche e aggiunge: “Siamo sicuri che un pomodoro riuscirebbe a battere un banchiere per l’affitto di un grattacielo nella parte sud di Manhattan? Scommetto che il banchiere pagherebbe di più”.

Bob

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1 commento
  1. Alessandro - staff SYDA
    Alessandro - staff SYDA dice:

    che progetti di questo genere siano destinati a stimolare discussioni tra sostenitori e oppositori è, secondo me, abbastanza prevedibile. si tratta di strutture “concettualmente” innovative che richiedono ingenti investimenti: se riuscissero a mettere tutti d’accordo sin da subito si tratterebbe probabilmente dell’invenzione del secolo!! 🙂

    quello che però mi lascia fiducioso (se non tra i sostenitori, posso di certo annoverarmi tra i curiosi) è che in questi 5 anni il progetto non è mai stato abbandonato: anzi, giusto pochi giorni fa abbiamo parlato sul blog del nostro concorso del fatto che proprio un progetto di vertical farming abbia vinto un concorso organizzato dalla città di Vancouver, in base a cui probabilmente verrà realizzato entro il 2030.

    ora non resta che attendere di vedere i primi esempi di fattorie verticali: chissà se rivoluzioneranno davvero i centri urbani!

    ciao a tutti!

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