Tornare sulla luna? Non ha senso, ne è persuaso il cosmonauta che per secondo l’ha calpestata

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L’anziano astronauta, Buzz Aldrin, ora settantanovenne, ne è persuaso: non c’è alcuna ragione perché l’uomo debba tornare sulla Luna. Lui, ora settantanovenne parla a ragion veduta essendo stato il secondo cosmonauta a calpestare il suolo lunare nel 1969. L’inerte paesaggio lunare viene definito da Aldrin come una «magnifica desolazione» e non esiste ragione alcuna a suo giudizio per tornare indietro e rifare qualcosa che è stato già fatto. La Luna è priva di vita,  meglio puntare su Marte, il pianeta rosso dice Aldrin è una straordinaria sfida e un obiettivo interessantissimo per le prossime missioni spaziali. Commemorando il 40° anniversario dello sbarco sulla Luna il cosmonauta parlando al Southbank Centre di Londra si è detto persuaso che Marte sia infinitamente più interessante e che potrebbe davvero diventare un meraviglioso obiettivo per l’umanità, poiché è l’unico pianeta del sistema solare quasi abitabile che potrebbe essere colonizzato. Dopo il viaggio sulla Luna, racconta Aldrin, la sua vita non è più stata la stessa, al ritorno dalla missione ha sofferto per riacclimatarsi e in seguito è stato vittima della depressione e dell’alcolismo. Travolto dalla notorietà ha faticato a smettere di bere e a costruirsi una vita normale. Ora non beve da trent’anni ed è sposato ma non potrà mai dimenticare la discesa perigliosa sulla superficie lunare e il duro impatto sul suolo roccioso, il tempo è passato ma quella missione gli ha cambiato l’esistenza per sempre.

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