Bellezza a tutti i costi. La psicoterapeuta Susie Orbach spiega come il mercato ci spinga ad odiare il nostro corpo per monetizzare le nostre insicurezze – parte 1

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Segue parte 2

Estate tempo di mare e di vacanze, per troppi momento di afflizione. Mai come in questa stagione il corpo è in primo piano, in spiaggia, sotto un sole accecante che ne svela impietosamente le imperfezioni. Ma come accade che il nostro corpo, la macchina, in linguaggio cartesiano, divenga luogo di sofferenza? Prova a spiegarcelo un illuminante saggio di Susie Orbach: Corpi, in uscita nelle librerie dal 22 giugno. La Orbach è tra le più note psicoterapeute inglesi, tra le sue pazienti si annovera anche Lady Diana. Nella civiltà dell’immagine la «beauty addiction» ci rende insaziabili di bellezza. Le riviste di moda, tv, cinema e pubblicità ci propongono in continuazione immagini di corpi ritoccati, modificati, abbelliti, se non dalla computer grafica dalla chirurgia estetica. «La società dei consumi ha trasformato il corpo in un luogo di sofferenza, un teatro di insoddisfazioni e insicurezze da monetizzare».

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