Benito Mussolini assassino e bigamo, la vera storia nel film di Bellocchio “Vincere” in concorso a Cannes – parte 2

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Segue da parte 1

Inutilmente la coraggiosa Ida Dalser tenterà di rivendicare il suo ruolo di moglie abbandonata. Benito Albino, nato l’11 novembre del 1915 a Milano dal matrimonio col Duce, verrà dapprima riconosciuto legalmente e poi ripudiato dal padre. Madre e figlio per volontà del Duce verranno infatti internati in manicomio dove moriranno, dopo che la loro stessa esistenza era stata negata in ogni modo, malgrado la disperata lotta di Ida Dasler per abbattere il muro di silenzio che la inghiottì facendola passare per pazza. Il Regime Fascista tentò  di cancellare con forza ogni traccia della loro esistenza ma il Trentino custodisce ancora il vergognoso segreto del Duce, l’uomo d’azione che non poteva permettersi che il mondo sapesse che si era macchiato dell’omicidio di sua moglie e di suo figlio. Benito Albino pagò con la vita una colpa che non aveva e il regista Marco Bellocchio finalmente solleva il velo su una storia a molti ancora sconosciuta, sulla quale tuttavia esistono ben precise testimonianze. Protagonista femminile del film che si intitola Vincere è una intensa Giovanna Mezzogiorno.
Immagino che la figura di un Duce bigamo e assassino piacerà a pochi, ma tant’è, questa è la sua vera biografia, sappiamo dalla storia che fino all’ultimo si servì del fratello Arnaldo affinché vigilasse, tremendo aguzzino, che i due sventurati, sua  moglie e suo figlio, non uscissero vivi dalla tomba manicomiale.

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