Ci sono tracce di materia oscura nello spazio? Sembrerebbe proprio di si! – parte 1

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Uno studio, pubblicato oggi sulla rivista scientifica Nature, realizzato da una equipe coordinata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha osservato nello spazio un’anomala quantità di antimateria che potrebbe essere un segnale dell’esistenza della materia oscura.
L’esperimento PAMELA, (Payload for Antimatter Matter Exploration and Light – nuclei Astrophysics), frutto della collaborazione tra INFN, l’Agenzia Spaziale Russa,  l’Agenzia Spaziale Italiana e diverse università tedesche e svedesi, consiste in uno strumento, costituito da rivelatori di particelle, lanciato in orbita attorno alla Terra da circa tre anni, per studiare i raggi cosmici.
Tali raggi sono formati da particelle che viaggiano a velocità prossime a quella della luce. Vagano nello spazio probabilmente in seguito agli effetti di esplosioni di supernovae o di altri fenomeni particolarmente violenti. Costituiti prevalentemente da nuclei di particolari atomi (ad esempio elio), protoni ed elettroni, raramente contengono anche particelle di antimateria, ossia con carica opposta rispetto alle particelle di materia. Si tratta di antielettroni, detti anche positroni, e antiprotoni.
L’abbondanza di positroni rivelata dai recenti studi, evidenzierebbe pertanto la presenza di materia oscura.
Secondo le ipotesi attuali infatti le particelle di materia oscura presenti nella nostra galassia, interagendo fra loro, decadrebbero, producendo sciami di particelle secondarie di alta energia che PAMELA sta ora intercettando.

Segue parte 2