Ecco come Google legge nella mente dei suoi dipendenti per carpirne le intenzioni

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Capita frequentemente che il livello di insoddisfazione dei dipendenti delle grosse aziende, cresca in maniera direttamente proporzionale al successo delle medesime. La forza lavoro aumenta ed è pertanto inevitabile, per alcuni soggetti, sentirsi incompresi, inutilizzati o utilizzati male e non riuscire ad immaginare possibili sviluppi positivi nella carriera lavorativa. Il risultato di questo processo può portare l’individuo alla ricerca di un nuovo posto di lavoro  privando in tal caso, l’azienda che lascia, di una risorsa inutilmente coltivata e addestrata per anni.
Un fenomeno talmente diffuso e dannoso non poteva passare inosservato ad una delle multinazionali più importanti del mondo, stiamo parlando di Google. Il colosso, che oggi conta ben 22.000 dipendenti sparsi in tutto il globo, di recente ha perduto alcuni pezzi pregiati: si tratta di dirigenti di primo piano, passati ad altre grosse società, come Facebook e Twitter, in quanto poco gratificati.
Per evitare il ripetersi di casi analoghi, il gigante del web ha messo a punto uno speciale algoritmo, battezzato “l’algoritmo dello scontento”, che promette, incrociando una serie di dati personali dei dipendenti, di individuare con esattezza i soggetti in procinto di licenziarsi.
Gli ideatori del complicato algoritmo si spingono oltre, affermando di essere in grado di rilevare l’insoddisfazione nelle menti dei lavoratori, ancor prima che questa si materializzi con chiarezza nel loro cervello. “Il nostro algoritmo ci consente di entrare nella testa dei dipendenti ancora prima che essi sappiano di volersene andare”, ha dichiarato al quotidiano di Wall Street, Laszlo Bock, direttore delle risorse umane di Google.
Naturalmente tutte le grosse aziende sono interessate al rivoluzionario algoritmo ma per ora Google non lo ha messo in vendita, mantenendolo segreto.
Per quanto un simile software possa apparire utile o addirittura geniale considero il tentativo di leggere nella mente dei dipendenti a dir poco inquietante. Chi di voi non sta pensando come me a 1984 di George Orwell?

Bob