Enrico Bondi ovvero la politica che taglia gli sprechi ovunque tranne che in tasca propria

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Chissà quanti italiani, come me, provano un senso di ribellione nei confronti della nomina di Enrico Bondi a commissario ai tagli della spesa pubblica del governo Monti. Il commissario per la ‘spending review‘, infatti, come espressamente precisato, potrà e dovrà (è stato nominato per questo!) intervenire su tutti gli sprechi del settore pubblico, ovunque essi siano perpetrati, tagliando con la scure, come un moderno boia, sulla carne viva delle spese del Bel Paese. Ovunque o quasi: restano infatti esclusi dalla sua giurisdizione tre cosucce da niente, vale a dire il Quirinale, la Corte Costituzionale e il Parlamento. Massimiliano Scafi, sul Giornale, informa i più distratti sulle spesucce del Quirinale: «il Colle», incredibile ma vero, «ci costa ogni anno 228 milioni di euro» mentre «la Casa Bianca spende 136 milioni, Buckingham Palace 57»: sic! L’illuminante articolo di Scafi scende anche nel dettaglio degli sprechi perpetrati dalla Presidenza della Repubblica, col risultato di aumentare il magone che da giorni mi affligge. Con quale faccia tosta, mi domando, il governo continua a vessare i cittadini mediante una pressione fiscale di giorno in giorno maggiore preservando colpevolmente i propri privilegi di casta? Bondi “mani di forbice” metterà le sue taglienti mani su sanità, carceri e scuole, università, enti di ricerca, tanto per fare degli esempi, insomma ovunque, tranne che nelle tasche dei politici, malgrado i parlamentari italiani siano i più pagati d’Europa, intascando uno stipendio lordo mensile che supera i 16mila euro, (fonte La Presse). Già immagino un nuovo indulto che depenalizzerà l’omicidio come reato minore, per ovviare al sovraffollamento delle carceri senza inutili sprechi di danaro e l’abolizione delle scuole pubbliche, di ogni ordine e grado, per mancanza di fondi, sostituite da diplomi e lauree spediti per corrispondenza, rigorosamente provenienti dall’Albania . Triste Italia, i cui il popolo diventa terzo stato, angariato dall’oziosità e arrogante prepotenza dei privilegiati, come nella Francia prerivoluzionaria. Il timore è che anche qui, come avvenne lì allora, i cittadini esasperati mettano mano alle armi, e stavolta non più contro sé stessi.

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1 commento
  1. Giò
    Giò dice:

    Cara Lorella, non posso che essere d’accordo con te.
    Quando ho letto che il “governo tecnico” aveva nominato “tecnico” il politico Bondi non ci volevo credere.
    Purtroppo non era il 1 aprile e la cosa era vera.
    Poi, il suo compenso mensile (sommato a chissà quanti altri) si commenta da solo.
    Poi, paradossalmente e tanto per “lavarci la faccia”, i nuovi tecnici stanno chiedendo consigli al popolo!!!!
    Anche se i presupposti ci sono tutti, mi auguro che non si arrivi a vivere il quadro che hai descritto.
    Alla prossima e “viva l’itaGlia”

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