Gli ultimi test confermano che il satellite Planck è pronto per osservare il Big Bang
La missione del satellite Planck, inviato dall’ESA in orbita per osservare l’Universo, fino a poche decine di migliaia di anni dopo il Big Bang, procede senza intoppi.
Planck ha iniziato a sondare la volta celeste regolarmente lo scorso 13 agosto dal punto Lagrangiano L2, uno dei 5 punti del sistema Terra-Sole dove le forze gravitazionali sono perfettamente in equilibrio, ed in cui è dunque conveniente posizionare i satelliti che devono compiere misure particolarmente accurate.
La missione Planck è davvero audace: i rivelatori installati sul satellite sono alla ricerca di variazioni di temperatura della radiazione cosmica di fondo, nell’ordine di un milionesimo di grado. Questo è paragonabile ad intercettare dalla Terra il calore del corpo di un coniglio seduto sulla Luna.
Per riuscire ad effettuare una misurazione così precisa, i rivelatori di Planck devono essere raffreddati a temperature estremamente basse, alcune delle quali sono prossime allo zero assoluto (-273,15 ° C, o Kelvin).
La prima indagine, che ha avuto inizio lo scorso 13 agosto, è durata due settimane durante le quali Planck ha scandagliato il cielo continuamente ottenendo in tal modo una prima mappa. I risultati preliminari indicano che la qualità dei dati rilevata dalle apparecchiature è eccellente per cui si avvicina il momento in cui Planck lavorerà per 15 mesi consecutivi sondando l’Universo fino ad avvicinarsi al momento del Big Bang.
Vuoi vedere come il satellite Planck scandaglia l’universo? Clicca qui per il video.
Bob
Per saperne di più del satellite Planck, clicca i link sottosatanti:
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