I Guzzanti alla riscossa: dopo la mignottocrazia, la rissa a Udine

Dopo la polemica che aveva coinvolto suo padre, l’onorevole Paolo Guzzanti, che aveva parlato di “mignottocrazia” poi messa a tacere, evidentemente perché alla Carfagna non faceva per niente comodo che si accertasse la verità, ora tocca a sua figlia Sabina, anch’essa reduce da una querelle con il ministro delle pari opportunità, essere al centro di uno spiacevole incidente. Invitata dagli studenti dell’ateneo di Udine a parlare in aula magna all’interno di un dibattito sulla riforma Gelmini, la Guzzanti è stata aggredita da Raimondo Strassoldo, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi. Quest’ultimo, come mostrano le immagini, voleva a tutti i costi impedire che la Guzzanti prendesse la parola apostrofandola come “sovversiva”. Non è stato facile sbarazzarsi del disturbatore per procedere al previsto dibattito.

Mi chiedo e vi chiedo: ma davvero la Guzzanti fa così tanta paura? O a fare paura è solo la libertà di espressione che qualcuno vorrebbe cancellare?

10 commenti
  1. pippo e pluto
    pippo e pluto dice:

    con tutto rispetto a Sabina Guzzanti, penso che forse si era calata un po’ troppo nella parte sbagliata.

    …mica era un suo spettacolo in cui giustamente il suo palco e’ proprieta’ privata. Pur riconoscendole tutto il diritto di fare quello per cui era stata invitata da chi di competenza, forse certi atteggiamenti da prima donna poteva evitarli.
    Non aveva nulla da dimostrare, doveva solo aspettare in silenzio che ogni cosa andasse al suo posto, senza cogliere l’occasione per fare spettacolo umiliando una persona anziana, un docente, con un curriculum di vita.

    Ciao sabina, relax! 😉

  2. Rob Better
    Rob Better dice:

    Concordo pienamente con Pipo e Pluto: la Sabina si e’ fatta rapire dalla polvere del palcoscenico, per di piu’ dando dell’esibizionista a un professore. Umiliante non per il professore ma per gli attivisti dell’onda che danno spazio (e credito) a veri opportunisti.
    Relax again Sabi

  3. mike
    mike dice:

    Sono un docente universitario, e mi dissocio totalmente dal comportamento di questo collega, aggiungendo che questa tipologia di docenti la si conosce benissimo, purtroppo. Abituati a sentirsi padroni del vapore sempre e ovunque….
    Per fortuna non sono la maggioranza
    Grazie

  4. Rob Better
    Rob Better dice:

    il problema non e’ dissociarsi dal collega, cosa persino facile. il problema e’ dissociarsi dalla vedette.

  5. EmmeErreCi
    EmmeErreCi dice:

    E’ una interpretazione un po’ fantasiosa quella per cui Strassoldo avrebbe aggredito la comica.
    Aggredita come? l’ha picchiata? le ha tolto la parola?

    Il prof. Strassoldo ha inteso contestare, in casa propria e nelle strutture dell’Ateneo, la ANOMALA decisione della rettrice di assegnare l’Aula Magna ad un evento politico.

    Era una decisione irrituale, anche se disgraziatamente frequente, perché gli happening si fanno in strutture comunali, provinciali o private, e non in una istituzione pubblica e culturale, destinata per propria natura alla neutralità.
    Figuriamoci l’aula che simboleggia l’indipendenza dell’ateneo!

    Le attività politico-culturali ( ma visto il tenore sempliciotto e ignorante della Guzzanti potrei anche avanzare dubbi sul “culturale” ) di norma si fanno fuori dall’ateneo o in spazi che non c’entrano niente con la didattica.

    Strassoldo contestava una decisione dell’ateneo a favore di una attrice comica che per mestiere fa l’oratrice politica, di grande foga, di qualche vago talento e con varie denuncie.
    Non contestava l’attrice comica o il suo “diritto di parola”, come se la miss non parlasse abbastanza o non avesse occasione di esprimersi.

    Perché l’attrice non gli ha lasciato dire le ragioni del suo dissenso e lamentare davanti agli studenti il dubbio comportamento della Rettrice e del Preside?

    L’università è la casa del corpo studentesco e del corpo docente, e l’ospite fuori luogo lì era la Guzzanti.

    Ed aveva ragione il prof. Strassoldo: quei circa 400 studenti erano una parte del corpo studentesco e una minoranza della protesta.

    E’ furbetto e sgradevole per un Rettore assegnare nientepopò di meno che un’aula magna all’ala più focosa della protesta, solo per cavalcarla e giocare al rettore “amico degli studenti” come stanno facendo viscidamente i membri della Crui in mezza Italia.

    Sapete cosa accade se il rettore con un po’ di coraggio si rifiuta di cavalcare la “onda”, vero? Rischia l’aggressione come alla Sapienza.

    EmmeErreCi

  6. Mario
    Mario dice:

    Forse quello che dice di essere un professore universitario non conosce Strassoldo. Non conosce la sua storia, la sua coerenza e la sua preparazione altrimenti si vergognerebbe solo a pensare quello che ha scritto. O forse non è sltro che un utile idiota della sinistra, come la Guzzanti. L’unico posto dove la Guzzanti dovrebbe parlare è a Londra, nel parco, c’è sempre qualche scemo che ascolta.

  7. dat
    dat dice:

    ma dai Strassoldo è solo un bigotto di merda, mi si passi il francesismo. Uno che considera “i film porno, addirittura con i ciccioni” e i gay come deviazioni (tratto dalla dispensa per il suo esame) non merita nemmeno attenzione e non vedo perché debba insegnare in una università pubblica.

I commenti sono chiusi.