La vacanza finisce e subentra la depressione. E’ la sindrome da ripresa, dicono gli esperti

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Depressione da rientro, da fine delle vacanze. Lunghi giorni di sole e di libertà, senza l’orologio al polso e la fretta quotidiana, poi la vacanza finisce e si rientra in città, alle prese col solito tran tran. Le spiagge si spopolano, in città il traffico torna intenso e malgrado il caldo perduri si è costretti a tornare al lavoro dopo vacanze brevi e talora insoddisfacenti e dispendiose. Subentrano così ansia, malinconia, insonnia, aggressività, un senso di vuoto e di noia. Non è facile rassegnarsi all’idea  dell’autunno incipiente, la stagione del sole sembra sempre troppo breve e non goduta, il rimpianto per ciò che avevamo atteso e che magari non si è verificato, la nostalgia per i bei luoghi e le lunghe serate di libertà si manifestano sotto forma di forte apatia e malessere psicofisico. Ne soffre il 20% degli adulti, secondo gli studi condotti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, ma la patologia può coinvolgere picchi del 50% della popolazione. Non bisogna allarmarsi, ma nemmeno sottovalutare la sindrome che potrebbe altrimenti trasformarsi in vera e propria depressione. Per evitarla i medici consigliano di far rientro in città alcuni giorni prima di riprendere il lavoro, per darsi il tempo di riambientarsi in maniera graduale e non troppo traumatica. Meglio concedersi momenti di svago, specialmente nei week-end, per evitare di rendere il taglio con le ferie troppo netto e drastico. L’alimentazione va curata specialmente se nei giorni di vacanza ci si è lasciati andare, meglio smaltire in fretta i chili acquistati, che in alcuni casi possono arrivare fino a 4 o 5, per affrontare la ripresa del lavoro in armonia col proprio corpo e in serenità.

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