Michael Jackson forse ucciso da un’iniezione di Demerol. Il suo medico personale è in fuga – parte 1

La triste parabola di Michael Jackson ricorda per certi versi molto da vicino quella di Elvis Presley. Anche Elvis, come Michael, era osannato come re della musica da folle oceaniche in delirio e come lui viveva nella gabbia dorata del suo piccolo entourage, troppo solo per non restare vittima di se stesso, circondato com’era da persone senza scrupoli. Come Jackson, Elvis benché ancora giovane, aveva un organismo distrutto da   un’alimentazione sbagliata (l’avvocato della famiglia Jackson ha riferito che Michael oltre ad abusare di farmaci mangiava male) e soprattutto da un’infinità di medicine che gli venivano prescritte e somministrate senza alcun criterio e che lo avevano reso dipendente fino a fare di lui un fantoccio manipolabile e del tutto incapace di decidere per se stesso.
Trapela oggi la notizia che Michael potrebbe essere morto in conseguenza di un’iniezione di Demerol, uno degli antidolorifici dei quali era dipendente. Il micidiale cocktail di farmaci che assumeva in quantità incontrollata, tra cui il miorilassante Soma, il sedativo Xanax, l’antidepressivo Zoloft, l’ansiolitico Paxil e la pillola Prilosec per i bruciori di stomaco, lo ha devastato nel fisico e nella psiche. Sembra proprio che il Demerol, una droga sintetica simile alla morfina, sia stata la causa dell’arresto cardiaco che gli è stato fatale. Il medico personale di Michael, il cardiologo Conrad Robert Murray, che gli avrebbe praticato l’iniezione letale, ha fatto temporaneamente perdere le sue tracce.

Segue parte 2