Obama parte in treno da Philadelphia verso Washington dopo un toccante appello alla nazione
E’ un Obama in grande spolvero quello che si rivolge alla nazione con un discorso che fa appello alla sensibilità originaria del popolo americano e che, sorridente e carismatico più che mai, chiede ald esso di rinverdire gli antichi fasti dei padri pellegrini, di rinnovare quel patto unitario così vivo ai tempi della dichiarazione d’indipendenza. Barack Obama ha il tono di chi non finge ma crede profondamente, incondizionatamente, che l’idealismo, la libertà dai pregiudizi, l’emancipazione dal bigottismo a dai particolarismi ideologici, potranno restituire all’America la speranza e la perseveranza che le consentiranno di rialzarsi. Preparandosi a raccogliere la pesante eredità di guerre e di crisi lasciatagli dall’amministrazione Bush, Obama, primo presidente nero della storia americana, facendo proprie le parole di Abrham Lincoln, il presidente che abolì la schiavitù, suo eroe, si rivolge a tutti e a ciascuno, invitandoli a far ricorso ai propri “better angels”, consapevole della difficoltà del compito che lo attende, convinto della necessità di bandire il fanatismo e la ristrettezza di vedute per raccogliere le sfide che la storia ora pone e rinnovare il mondo. Il neo presidente fa appello alla perseveranza, alla pazienza, al ritorno agli ideali sui quali l’America è stata fondata per perfezionare l’unione tra gli stati e mi sento di condividere la sua fiduciosa e trepidante speranza di rinnovamento e di rinascita, non solo politica ma civile degli Stati Uniti, nati dal desiderio di libertà di uno sparuto gruppo di sognatori.
Il prossimo martedì sarà lo storico giorno dell’insediamento, a Washington, Barack Obama giurerà e si prevedono per l’occasione almeno due milioni di persone. Obama giurerà sulla Bibbia di Lincoln, lo citerà nuovamente nel suo discorso e farà servire un banchetto che prevede lo stesso menù di quello inaugurale consumato nel 1861, a cominciare dall’anatra. Inizia da Philadelphia, la città dove venne firmata la Dichiarazione d’Indipendenza nel 1776, con un simbolico viaggio in treno verso Washington, la grande avventura di un uomo che con la sua stessa elezione ha già cambiato la storia americana e la nostra.