Silvio Berlusconi: l’Italia è il mio scendiletto – parte 2

Licia-Nunez

Segue da parte 1

Ora che L’Espresso pubblica gli audio dei suoi incontri con la D’Addario nei quali finalmente tutti possono avere la prova scientifica che in realtà non di spazzatura si trattava, ma di verità, il premier che per mesi ha tuonato contro la stampa corrotta e faziosa dei soliti sinistri sporchi e cattivi, come uno scolaretto si giustifica dicendo “non sono un santo, spero che a Repubblica lo capiscano”. Davvero un po’ poco dopo mesi di campagna diffamatoria contro la libera stampa,  colpevole di ostinarsi a raccontare le scomode verità di un’Italia “sfigurata dalla corruzione”. Ma il gruppo Espresso non ci sta e lo querela per diffamazione. Adesso dagli amabili conversarsi privati con la D’Addario si scopre anche che Villa Certosa, segreto di stato sin dalla sua costruzione, è edificata su un importante sito archeologico. Berlusconi si vanta anzi delle tombe fenicie, 30 e non una, ritrovate nel parco della sua villa. L’amara conclusione è una sola: l’Italia per Berlusconi è il suo scendiletto privato, il suo parco dei divertimenti, la sua Neverland. Leggi e leggine ad uso e consumo, televisioni e stampa ai suoi comandi, le belle donne di tutte le età del paese suo libero territorio di caccia, il parlamento come ufficio di collocamento per le più meritevoli e disponibili tra esse, ville blindate su siti archeologici, cos’altro dobbiamo ancora aspettarci da quest’uomo? Che ripristini il diritto medievale dello Ius primae noctis? Davvero non ci basta la beffa di un padrone assoluto e megalomane che usa l’Italia come fosse il suo scendiletto? Cosa stiamo ancora aspettando per sbarazzarci di tutto questo schifo?

1 commento

I commenti sono chiusi.