Paul Newman: la morte di un mito
Quando il cinema era ancora la scatola magica dei sogni e i divi creature sovrumane, inimitabili nella loro avvenenza fisica, straordinari nella loro arte. Quando Hollywood era ancora la mecca agognata e inarrivabile della decima musa, quando dopo aver frequentato l’Actor’s studio gli attori debuttavano a Broadway prima di approdare al grande schermo, esistevano uomini capaci di assurgere a mito per le loro doti attoriali e per la loro inconfondibile allure. Paul Newman è tra questi e si fa fatica a parlarne al passato, perché negli anni ci ha accompagnato con la sua intelligente presenza, con la sua fama discreta ma immensa, col suo sorriso irresistibile e quello sguardo impossibile da dimenticare.
Gli occhi blu hanno contribuito alla sua celebrità, insieme ad un corpo scultoreo, malgrado la piccola statura. In un’intervista, con la consueta ironia, dichiarò di non aver mai compreso pienamente cosa vi fosse di così straordinario in quel blu tanto decantato dai fan, poiché era daltonico. La sua classe innata lo ha imposto all’attenzione del grande pubblico in un’epoca in cui furoreggiavano celebrità del calibro di Marlon Brando e James Dean. Continua a leggere