Il Worldwatch Institute avverte: ci restano quarant’anni di tempo prima dell’inizio della fine

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Mentre in Italia in questi giorni ci siamo sentiti tutti più tranquilli, in merito alla questione climatica, esultando per le prime nevicate invernali, il Worldwatch Institute stava ultimando la stampa dello State of the World 2009, relazione sul disastroso andamento climatico del pianeta e sulle sue possibili cure.
Il prestigioso istituto di ricerca americano ha inserito nella sua valutazione diversi elementi ponendo attenzione sulle emissioni di gas serra (31 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nel 2007 contro 22,6 del 1990) aumentate negli ultimi 17 anni del 37%, sul livello dei mari,
che potrebbe superare il tetto massimo fissato dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, Foro intergovernativo sul mutamento climatico), il foro scientifico fondato nel 1988 dalle Nazioni Unite per monitorare l’attività climatica del pianeta, a 0,59 metri ed infine sui tipping points, i punti di non ritorno, punti della scala temporale oltre i quali la situazione cambia bruscamente divenendo irreversibile.
Uno di questi riguarda la Corrente del Golfo che, a causa dell’afflusso massiccio di acqua dolce proveniente dai ghiacci artici, rischia di raffreddarsi.
Nonostante la lobby del petrolio tenda costantemente a minimizzare sulla questione favorendo in ogni modo il consumo di carburanti fossili, fortunatamente qualcosa sta cambiando: poco prima dell’ingresso di Barack Obama alla Casa Bianca ben 27 stati americani hanno adottato i piani previsti per combattere i mutamenti climatici, in oriente India e Cina iniziano a mostrare preoccupazione per il progressivo rimpicciolimento dei ghiacciai Himalayani iniziano ad adottare una politica energetica migliore
Quale potrebbe essere la cura?
Il rapporto parla di edifici bioclimatici, aumento dell’efficenza energetica e fonti rinnovabili da sviluppare e mettere in opera entro il 2050 per evitare la catastrofe, io aggiungerei l’ingrediente fondamentale che è il senso di responsabilità di ciascuno di noi.

Bob

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